Quale futuro per le finanze dell’UE?
Il 28 giugno scorso la Commissione europea ha pubblicato il “Documento di riflessione sul futuro delle finanze dell’UE”. Si tratta di un documento già annunciato nel “Libro bianco sul futuro dell’Europa. Riflessioni e scenari per l’UE a 27 verso il 2025” e che offre numerosi spunti di riflessione su uno dei temi cruciali per il periodo attuale, specialmente dopo l’esito del referendum sulla Brexit e in vista del dibattito sul prossimo Quadro Finanziario Pluriennale dell’UE.
Il 28 giugno scorso la Commissione europea ha pubblicato il “Documento di riflessione sul futuro delle finanze dell’UE”. Si tratta di un documento già annunciato nel “Libro bianco sul futuro dell’Europa. Riflessioni e scenari per l’UE a 27 verso il 2025”, quest’ultimo pubblicato a marzo in occasione della celebrazione del 60° anniversario della firma dei Trattati di Roma.
Il testo sul futuro delle finanze dell’UE, ultimo in ordine di pubblicazione dopo i documenti dedicati alla dimensione sociale dell’Europa, alla gestione della globalizzazione, all’Unione economica e monetaria e al futuro della difesa europea, offre numerosi spunti di riflessione dopo l’esito del referendum sulla Brexit e in vista del dibattito sul prossimo Quadro Finanziario Pluriennale dell’UE.
L’attuale bilancio, valido per il settennato 2014-2020, ammonta a 1.087 miliardi di euro, di cui il 39% è destinato alla crescita sostenibile e alle risorse naturali, il 34% alla coesione economica, sociale e territoriale, il 13% alla competitività per la crescita e l’occupazione, il 6% al ruolo globale dell’Europa nel mondo (azione esterna) e il 2% alla sicurezza e alla cittadinanza. Il restante 6% è assegnato alle spese per l’amministrazione (gestione delle istituzioni). Complessivamente il budget UE è pari a meno dell’1% del PIL degli Stati membri e rappresenta solo il 2 % circa della spesa pubblica dell’UE.
Le fonti di finanziamento sono principalmente tre: i contributi degli Stati membri in base al reddito nazionale lordo (RNL), i contributi basati sull’imposta sul valore aggiunto (IVA) e i dazi doganali riscossi alle frontiere esterne dell’Unione. Circa l’80% del budget è finanziato mediante i contributi nazionali basati sull’RNL e l’IVA.
Come già evidenziato nel Libro bianco, l’UE a 27 dovrà affrontare una vasta gamma di sfide nel periodo fino al 2025 e oltre: da un lato verrà meno il contributo di uno Stato membro come il Regno Unito; dall’altro nuove priorità disegnano già da ora l’agenda politica. La sicurezza, a partire dalla minaccia terroristica e dall’instabilità dei Paesi vicini e oltre i confini dell’Unione, la gestione delle migrazioni, la competitività economica, la sostenibilità e la solidarietà tra gli Stati per fare fronte alle opportunità e alle sfide della globalizzazione, il cambiamento climatico, il problema demografico, la rivoluzione digitale, la coesione economica, sociale e territoriale (con particolare attenzione alla disoccupazione giovanile) e l’agricoltura sostenibile sono i temi con cui l’UE-27 dovrà fare i conti.
Alla luce di queste sfide, la Commissione ha posto degli interrogativi sull’adeguatezza delle finanze dell’UE a fronteggiare gli scenari che si prefigurano per i prossimi anni e decenni: come può la spesa dell’UE rispondere a queste priorità? Quali sono le possibilità e i margini di miglioramento?
Se da un lato la Commissione afferma che “l’entità, la struttura e il contenuto del futuro bilancio dell’UE dovranno corrispondere all’ambizione politica che l’Unione europea si prefigge per il futuro”, dall’altro sottolinea come “qualunque sia la risposta, il livello dell’ambizione politica deve essere allineato con i mezzi per agire”.
Prima di procedere alla definizione di cinque scenari possibili, la Commissione elenca i centri focali del futuro bilancio dell’UE: far fronte alle tendenze attuali e alle nuove sfide, riformare la politica agricola comune e riformare la politica di coesione.
La Commissione presenta cinque possibili scenari per ridisegnare il bilancio dell’UE:
- Avanti così: l’UE-27 continua ad attuare il suo programma positivo di riforme;
- Fare di meno insieme: l’UE-27 fa di meno insieme in tutti i settori;
- Alcuni fanno di più: l’UE-27 consente a gruppi di Stati membri di fare di più insieme in settori specifici;
- Riprogettazione radicale: l’UE-27 fa di più in alcuni ambiti e meno in altri;
- Fare molto di più insieme: l’UE-27 decide di fare di più insieme in tutti i settori.
Le diverse combinazioni possibili sono compatibili tra loro dal momento che gli scenari che disegnano non sono né distinti né si escludono a vicenda. Vi sono inoltre elementi e azioni validi in tutti gli scenari:
- assicurare che i fondi europei siano spesi nella maniera più efficiente possibile, ottenendo il massimo dei risultati al minor costo e mettendo la performance al centro dei programmi futuri;
- semplificare il bilancio per modernizzarlo ;
- rendere il bilancio più flessibile al fine di rispondere a sviluppi e bisogni imprevisti;
- abolire gli sconti ai contributi degli Stati Membri.
A conclusione del documento la Commissione dichiara che “lo status quo non è un’opzione praticabile per la nostra Unione. […] Come cambierà il bilancio e a cosa sarà destinato dipendono dal futuro che vogliamo per la nostra Unione e dal livello di ambizione che ci prefissiamo per costruire insieme questo futuro”.
Il dibattito generato dai documenti di riflessione della Commissione culminerà nel discorso sullo stato dell’Unione che il Presidente della Commissione Jean-Claude Juncker terrà a settembre 2017. Per la metà del 2018, invece, è attesa la proposta del nuovo Quadro Finanziario Pluriennale da parte della Commissione.
Il testo integrale del documento sul futuro delle finanze è disponibile in allegato.
Data di pubblicazione: 20/09/2023
Data ultima modifica: 20/09/2023