Contributi della Commissione al dibattito sul futuro dell'UE

Presentati dalla Commissione europea i documenti di riflessione sui temi che influenzeranno il futuro prossimo dei paesi dell'UE. In questo articolo verrà data evidenza al Documento di riflessione sulla gestione della globalizzazione e al Documento di riflessione sulla dimensione sociale dell'Europa.

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La Commissione europea ha presentato, al fine di fornire ulteriori contributi al dibattito avviato nei mesi scorsi con il Libro bianco sul futuro dell’Europa, una serie di documenti di riflessione sulle più importanti tematiche che influenzeranno i prossimi anni.

Tra questi contributi si evidenziano il Documento di riflessione sulla gestione della globalizzazione e il Documento di riflessione sulla dimensione sociale dell’Europa.

Nel primo il fulcro della riflessione è su cosa può fare la UE per orientare la globalizzazione e per difendere e dare forza ai cittadini europei, in particolare a quelli più vulnerabili.

Da sempre infatti la propensione umana alla ricerca di nuove opportunità e allo scambio ha favorito l’interazione mondiale e, se in passato si scambiavano principalmente merci e capitali, oggi la globalizzazione si basa per lo più sulla conoscenza, per effetto dei cambiamenti tecnologici.

Le sfide transnazionali di portata mondiale che non possono essere affrontate dai paesi singolarmente sono inoltre aumentate: flussi migratori, terrorismo, crisi finanziarie e cambiamenti climatici.

Dalla globalizzazione derivano consistenti vantaggi come le economie di scala, la concorrenza internazionale, l’azione mondiale per il clima, la cooperazione scientifica, gli scambi di idee, la crescita economica e gli stimoli all’economia. Tuttavia, gli effetti positivi della globalizzazione spesso non sono equamente distribuiti fra le diverse popolazioni e regioni, soprattutto in quelle più difficilmente adattabili ai cambiamenti e alla concorrenza. Quest’ultime hanno subìto infatti, per effetto della globalizzazione, la chiusura di fabbriche, la perdita di posti di lavoro, la diminuzione delle retribuzioni e il peggioramento delle condizioni di lavoro.

Occorre pertanto mettere in atto azioni mirate per evitare che la globalizzazione accentui le disuguaglianze e la polarizzazione sociale. Sarà importante in futuro quindi incoraggiare l’innovazione, ridurre il divario tra le regioni dal punto di vista tecnologico, aiutare i lavoratori ad acquisire le giuste competenze per evitare l’incremento del divario nel mercato occupazionale, evitare che per effetto della globalizzazione alcuni paesi si isolino dal resto del mondo, rafforzare la cooperazione internazionale per orientare la globalizzazione senza precludere l’ingresso nelle coalizioni a nuovi paesi, evitare il protezionismo, rafforzare la governance mondiale su questioni quali i diritti umani, le condizioni di lavoro, la sicurezza alimentare, la pubblica sanità, la tutela dell’ambiente.

La UE dovrà attuare una strategia per la futura modernizzazione dell’economia che sia capace di inglobare la digitalizzazione, l’innovazione tecnologica, la decarbonizzazione e l’economia circolare. Gli elementi principali su cui puntare sono: l’innovazione, gli investimenti, le politiche settoriali, la regolamentazione e la fiscalità. In tema di innovazione il documento cita l’Iniziativa Vanguard, presieduta da Regione Lombardia e cui hanno preso parte 30 regioni europee che collaborano al fine di promuovere la competitività e di creare crescita economica attraverso la realizzazione di innovativi progetti pilota finanziati tramite una rete di investimenti regionali.

Nel Documento di riflessione sulla dimensione sociale dell’Europa si analizza invece la condizione sociale complessiva dei paesi dell’UE: in generale sono considerati dai propri abitanti dei luoghi prosperi e con una buona qualità della vita; le persone si dichiarano felici anche se preoccupate per il futuro e per le prossime generazioni.

A seconda dei casi l’Europa è infatti considerata una causa o una soluzione di problemi in considerazione del significato che viene dato a “Europa sociale”. Ciò anche perché, nonostante le politiche in materia di convergenza, permangono notevoli differenze tra i paesi europei sia in tema di occupazione che di previdenza e protezione sociale.

Gli europei vivono più a lungo e in migliori condizioni di salute ma fanno meno figli: la speranza di vita è migliorata considerevolmente ma insieme alla diminuzione del tasso di fertilità ha determinato l’invecchiamento complessivo della società europea. La riduzione della forza lavoro comprometterà dunque la capacità di mantenere il livello della crescita economica mentre la migrazione legale potrebbe fornire alla UE le competenze necessarie per far fronte alle carenze del mercato del lavoro. Inoltre, l’istruzione e le competenze insieme alle competenze digitali incideranno sempre di più sul futuro delle nostre società: l’economia infatti è sempre più collaborativa e basata su piattaforme online.

La parità di genere è ancora un traguardo lontano in Europa mentre è aumentata molto la mobilità degli europei anche se le nuove tecnologie hanno favorito il potenziamento del telelavoro e del lavoro a distanza a fronte della nascita di nuove forme di contratti e dell’obsolescenza di alcuni lavori, entrambi fattori di rischio per l’aumento delle disuguaglianze salariali.

Si rilevano infine nuovi problemi sociali quali stress, depressione, obesità e malattie legate all’ambiente e alle tecnologie che si aggiungono a quelli vecchi: è quindi indispensabile che la UE pensi per il futuro all’attuazione di politiche mirate anche in materia di previdenza sociale.

I testi integrali dei due documenti sono disponibili in allegato.

 

Data ultima modifica: 20/09/2023